Malcontenta (4.10) – Luca Zennaro
La villa veneziana in questione ha la particolarità che le sue arcate diventano sempre più minute man mano che si entra, per questo motivo ho scritto un brano in cui anche il ritmo melodico comincia a diventare sempre più denso ogni 4 misure (4 misure come le navate principali).
Hang Arano (6.32) – Francesca Remigi
L’armonia nelle forme della facciata di Villa Angarano è il risultato della fusione di elementi architettonici che rappresentano multipli dei numeri 4, 3, 5 e 7. In questo brano la sinergia armonica delle forme geometriche della villa viene resa tramite una tecnica ritmica chiamata morphing, per cui la chitarra passa gradualmente nel corso di 4 battute da una figurazione ritmica in terzine ad una in quintine (sempre mantenendo le stesse altezze), mentre il vibrafono fa lo stesso passando da un pattern in 7:4 ad un riff di 7 note in suddivisione di sedicesimi. Il tema viene ripetuto 3 volte con texture divers,e al fine di invitare l’ascoltatore all’interno di uno spazio di trance contemplativa della bellezza artistica, proponendo una struttura ciclica che ritorna con dettagli timbrici sempre differenti che generano stupore e curiosità.
Broder (5.24) – Luca Zennaro
Broder, ispirato a Villa Badoer, prende come modello la perfezione neoclassica palladiana, che in musica viene tradotta con triadi aperte, che si muovono in maniera sempre simmetrica durante tutto lo svolgimento del brano. Le triadi rappresentano le tre dimensioni dell’architettura palladiana – altezza, lunghezza e larghezza.
At the roundabout (5.09) – Paolo Peruzzi
Un gioco in tondo imperfetto all’esterno di un quadrato. Il brano è un omaggio a Villa Capra, villa che forse, tra tutte, più evoca l’architetto Andrea Palladio. Il cerchio della cupola, le colonne di slancio, i quattro lati con le quattro scalinate, un continuo gioco di specchi. Sono diversi gli elementi che hanno ispirato questo brano, le sue incerte suggestioni, le sue incisive improvvisazioni. Di fondamentale appoggio alla composizione è stata l’analisi delle piante di Palladio contenute all’interno de I quattro libri di architettura (1957), dove l’architetto inserisce La Rotonda nell’elenco dei palazzi (e non delle ville). Il quinto elemento è il contesto: extra ordinario.
Corner (3.28) – Luca Zennaro
Per questo brano è stata utilizzata l’alternanza delle navate di Villa Cornero (3 e 4) come time signature = 3/4. Il brano in questione nella sezione B diventa in 5/4, perché anche il numero 5 si ripete spesso nelle geometrie della villa (5 arcate ecc).
E mò? (4.01) – Francesca Remigi
Dedicato alla maestosa Villa Emo, E mò? è un brano costruito a partire da una serie ritmico-intervallare derivante dal raggruppamento delle arcate delle due ali laterali del complesso architettonico in base alla loro suddivisione planimetrica in corrispondenza dei diversi ambienti interni. La sezione B e C del pezzo richiamano invece la scansione ritmica e le proporzioni di alcuni dettagli del tetto, della facciata e dei giardini adiacenti alla villa.
Poiena (5.37) – Francesca Remigi
Ispirato a Villa Poiana in provincia di Vicenza abbiamo il brano Poiena. Composto basandosi su una serie numerica che vede come unità di misura di base la distanza tra una colonna e l’altra all’interno della villa, la composizione è divisa in 3 sezioni, introdotte da un’improvvisazione libera. È strutturato a partire da una linea di basso (sezione A) che dal punto di vista ritmico e intervallare rispetta la sequenza numerica derivata dalla scansione spaziale delle colonne in orizzontale. Gli accordi della sezione B cadono seguendo invece la serie numerica che rappresenta i raggruppamenti di colonne in longitudine. La coda descrive la sovrapposizione ritmico-texturale degli elementi della facciata della villa.
Better ask Barbra (3.26) – Paolo Peruzzi
Il rovesciamento degli elementi tradizionali è il concetto che dà vita al brano dedicato a Villa Barbaro. Un jazz che s’impregna di Reich e di Battiato, un accumulo di tensione continua, e allo stesso tempo liberatorio. Una ballad che non fa danzare, ma che invita alla contemplazione e all’ascolto. Come gli strumenti armonici che sostengono la melodia dello strumento ritmico. Un brano che bagna i piedi nella sperimentazione del passato, nonostante non sia il weekend – ma mercoledì.
Sir Ego (5.36) – Paolo Peruzzi
Gli archi di Villa Serego rispecchiano un disegno ben preciso, e sono parte di un edificio più ampio – inaspettato. Seppur semplice – ma mai facile – è nei procedimenti che si cela la magistrale creatività di un maestro, come lo è per una ricetta di un piatto molto complesso. Questo brano ha tre materie prime principali, diverse, che si mischiano, si fondono e si combinano tramite l’improvvisazione, riproponendo gli elementi matematici sempre protagonisti nell’opera del Palladio sotto forma di un movimento continuo circolare che tende all’irregolarità. Serialità e architettura vanno di pari passo, e sono i numeri a creare il tappeto minimale che stimola l’improvvisazione e la ricerca iniziale.